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La crisi della Nazionale: i grandi esclusi contro la Macedonia

L’inattesa e catastrofica sconfitta contro la Macedonia del Nord nega all’Italia il secondo Mondiale di fila. I giocatori vincenti in Europa quest’estate non hanno saputo incidere a Palermo e questo porta necessariamente a dover ripensare l’assetto della rosa azzurra.

Diversi, infatti, sono stati i giocatori lasciati in panchina – se non in tribuna – da Roberto Mancini, che avrebbero forse fatto meglio di quelli ritenuti erroneamente più affidabili. Da Tonali a Zaniolo, vediamo chi sono i grandi esclusi.

Gli azzurri da rivalutare…

Come abbiamo visto, contro la Macedonia del Nord Mancini ha schierato una formazione molto simile a quelle viste quest’estate. A parte alcuni cambi inevitabili – fuori Spinazzola, Di Lorenzo e Chiesa per infortunio -, gli Azzurri messi in campo erano quasi tutti gli stessi dell’Europeo.

Eppure molti di loro nelle ultime gare della Nazionale si erano già dimostrati elementi non ottimali. Basti pensare a Immobile, che ha sempre avuto qualche difficoltà a inserirsi in azzurro, ma anche a Jorginho e Barella, due top che ultimamente non avevano inciso, anche se di certo restano due perni inamovibili del centrocampo azzurro.

…e quelli da cui ripartire

L’Italia è però piena di buoni giocatori che potrebbero far tanto anche con la maglia della Nazionale. Grandi esclusi di ieri sono stati infatti Calabria e Zaniolo, il primo non convocato e il secondo lasciato addirittura in tribuna.

Anche giocatori come Raspadori, Tonali o Pellegrini, subentrati a partita in corso, avrebbero forse potuto dire tanto se avessero avuto più spazio. Giocatori più che validi sono poi i giovani Sensi e Kean, prospetti eccellenti ma anche loro inutilizzati, o anche Cristante e Politano, che hanno assistito al match dalla panchina. Peccato, infine, per l’assenza forzata di Scamacca e Locatelli, il primo per un risentimento muscolare accusato alla vigilia dell’incontro, il secondo per positività al COVID.

Insomma, di bravi giocatori ce ne sono veramente tanti e forse è arrivato il momento di dare spazio anche a loro, perché alcuni di quelli più “affidabili”, dopo l’Europeo, sembrano aver perso la grinta che li contraddistingueva a luglio.