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Turchia-Italia, le parole di Mancini in conferenza stampa

Il percorso dell’Italia continua nonostante la batosta della mancata qualificazione al Mondiale. Domani, infatti, gli azzurri saranno impegnati in Turchia per una amichevole per decretare la terza e la quarta piazzata negli spareggi: cambiando ottica, potrebbe trattarsi di una occasione per proporre nuove soluzioni tattiche e per provare nuovi calciatori con l’obiettivo di ricominciare subito il nuovo percorso. Che, stando alle parole di Roberto Mancini, potrebbe continuare con lui come commissario tecnico. Le parole in conferenza.

Mancini in conferenza

Sul suo futuro da commissario tecnico della Nazionale Mancini non si sbilancia, ma manda segnali positivi: «Abbiamo parlato col presidente in questi giorni, siamo allineati su tutto. Fa piacere, poi ne riparleremo nei prossimi giorni: ora pensiamo a questa partita, poi con calma discuteremo sulle cose da migliorare per il futuro. Tutto qui».

«Insigne aveva problemi fisici già da prima. Immobile sarebbe andato in tribuna, Mancini e Verratti sì. Insigne al 50% sarebbe andato in tribuna per provare soluzioni alternative. I ragazzi in questi anni hanno meritato tanto, non è stato solo un Europeo ma un tragitto lungo tre anni con una serie di partite senza sconfitte e va dato merito a questi ragazzi».

Sugli assenti, poi, il ct prosegue: «Il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima, non gli ha fatto giocare l’FA Cup. Anche Florenzi e Politano, non al meglio, li ho rispediti a casa perché non avrebbero giocato».

Tornando a parlare del flop e della mancata qualificazione, Mancini non cerca spiegazioni: «Il nostro gruppo dovevamo vincerlo almeno con due punti di vantaggio sulla Svizzera. A Basilea la partita doveva finire 3-0, in Bulgaria doveva finire in goleada. La squadra ha sempre giocato: può essere stata più imprecisa ma questo è il calcio, le cose ci sono andate storte. La gara di Basilea la ricordate tutti: dovevamo vincere 2-0 stando stretti. Però è così, inutile stare a pensare o a cercare scuse. Dobbiamo accettarlo».

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Redazione