Con la sosta nazionali, spesso i giocatori di Serie A si concedono a delle dichiarazioni. Nella giornata del 20 marzo è stato il turno di Mkhitaryan, che ha parlato in un’intervista nel nuovo episodio di Frog Talks, il video podcast di Andrea Ranocchia, ex difensore dell’Inter.
Il calciatore nerazzurro ha così esordito: “Nasco come trequartista e ala. Ho fatto una pratica di 4 mesi in Brasile. Quando avevo 13 anni il mio club armeno ha fatto un accordo col Brasile, dovevano mandare dei ragazzini di 13-14 anni in cambio di ragazzi di 17-18. In Armenia ho vinto tanto. A vent’anni sono andato in Ucraina al Metalurh Donetsk. Poi mi ha chiamato lo Shaktar, mi voleva Lucescu e lì sono esploso. Lui è molto bravo, avevamo due preparatori fisici italiani. Poi sono stato tre anni a Dortmund, con Klopp e poi Tuchel. Ho avuto dei bravi allenatori. Inzaghi mi piace tanto, mi motiva. Nei top five campionati mi mancano solo il francese e lo spagnolo”.
In seguito, ha continuato: “Parlo cinque lingue: armeno, russo, inglese, francese, italiano. Il tedesco l’ho dimenticato perché era molto difficile, l’ho imparato dopo un anno e mezzo. Con Calhanoglu parlo inglese. Fuori dal campo mi piace giocare a scacchi. Mi aiuta a capire come muovermi e dove andare, cercando di prevedere le mosse future dell’avversario”.
Infine, ha concluso: “Mi rimangono solo due anni di contratto, vediamo. Finché posso devo giocare. Fin dal primo giorno all’Inter mi sono sentito in un posto familiare, come se fossi già stato qui in prima, con gli stessi compagni e gli stessi tifosi. Non capivo come fosse possibile. In generale mi trovo sempre bene negli spogliatori, anche se ci sono state difficoltà. Quando vinci è più facile. Lautaro anche senza la fascia è un trascinatore, sta segnando tantissimo ed è molto importante per noi. Barella fa delle cose in campo che ti lascia a bocca aperta“.