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Inter, Lukaku: “Quando a 10 anni ho visto Adriano è cambiato tutto”

Lukaku Inter

Romelu Lukaku si è raccontato in un’intervista per il ‘Match Day Programme’ in vista dei quarti di ritorno di Champions League tra Inter e Benfica che potrebbe portare i nerazzurri in semifinale contro il Milan. Il centravanti belga ha segnato su calcio di rigore all’andata ma non sta vivendo un bel momento in termini realizzativi e di prestazioni.

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Inter, l’intervista di Lukaku: da Adriano a Ronaldo e Materazzi

Romelu Lukaku ha raccontato la sua mentalità e alcuni episodi dell’infanzia che hanno influito sul suo percorso calcistico. “L’importante è avere sempre obiettivi nuovi e voglia di migliorarsi. Ricordo che il primo anno da professionista i miei risultati a scuola non erano buoni e in una partita un giocatore si è rotto la gamba. L’ allenatore dopo il fischio finale mi ha detto: ‘Non si può mai sapere cosa succederà nel calcio, devi finire la scuola’. Quella frase mi ha spronato a finirla”.

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Il belga ha proseguito esaltando l’Imperatore Adriano, ex attaccante dell’Inter e suo modello di ispirazione:Quando ero piccolo mi dicevano che un giocatore di potenza che utilizza solo il sinistro non avrebbe potuto fare molto. Poi è arrivato Adriano, lui mi ha aperto il mondo. Quando avevo 10 anni l’ho visto giocare e da quel momento la prospettiva per me è cambiata”.

Ronaldo Pallone D'Oro Inter

Lukaku, però, ha ammesso di aver voluto giocare con un altro grande centravanti che ha vestito la maglia nerazzurra: “Sicuramente Ronaldo il Fenomeno, la maniera in cui stava in campo era incredibile. Mi sarebbe piaciuto anche sfidare Materazzi, difensore alto, forte e aggressivo. Uno di quelli che rende le cose complicate a un attaccante”.

Lukaku ha parlato anche dei suoi gol più belli in nerazzurro:Quello del 3-0 col Milan sicuramente è tra i migliori. Perisic ha calciato, c’eravamo io e Barella, ricordo di avergli detto: ‘lascia, lascia’. Ho preso la palla, ho visto che c’era spazio e ho cominciato a correre. Alla fine sono andato sul sinistro e ho visto il pertugio per tirare; ho pensato che avrei dovuto calciare più forte possibile con l’interno. È stato un momento bellissimo”.