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Inter, Zanetti: “La maglia numero 4? Magari un giorno uno dei miei figli…”

Javier Zanetti

La stagione dell’Inter si è chiusa nel peggiore dei modi, con la sconfitta contro il Manchester City nella finale di Champions League a Istanbul. Il vice presidente nerazzurro, Javier Zanetti, dopo la delusione europea non ha fatto mancare la sua vicinanza alla squadra, elogiandola per aver “lottato fino all’ultimo, onorando la maglia, sempre a testa alta e con l’Inter nel cuore”. L’ex capitano dell’Inter ha poi rilasciato un’altra intervista nel podcast Muschio Selvaggio, nel quale si è raccontato più nel profondo.

Javier Zanetti

Inter, l’intervista di Javier Zanetti

L’argentino ha raccontato a 360 gradi la sua storia con l’Inter. Zanetti è partito dalle origini: “Sono arrivato a Milano molto giovane, avevo 21 anni, e l’Inter mi ha accolto benissimo fin da subito. Dall’inizio della mia avventura in nerazzurro si è visto un legame molto forte da entrambe le parti. L’Inter si è dimostrata come una seconda famiglia e per me questa era la cosa più importante, cercavo un club che avesse i miei stessi valori”. Un amore sbocciato fin da subito, che in tutta la carriera Zanetti non ha mai tradito: “Nel momento in cui l’Inter andava male ho ricevuto offerte importanti, da Real, Barcellona e Manchester United, ma non potevo abbandonare. Ero il capitano e avevo delle responsabilità”.

La fedeltà dimostrata da Javier Zanetti, nelle 19 stagioni (858 presenze totali) in nerazzurro, gli sono valse il ritiro della sua maglia numero 4: “Il ritiro del mio numero di maglia è un bellissimo riconoscimento, per una persona che ha dedicato la sua intera carriera ad un unico club. Ho sempre detto che quella stessa maglia la potrebbe indossare uno dei miei figli, se arriverà a giocare in Serie A“.

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Credit: Andrea Rosito

Serie A che, il vicepresidente dell’Inter, crede abbia ancora ampi margini di miglioramento, per cercare di raggiungere il livello dei campionati esteri, ed in particolare modo la Premier League: “In Italia dobbiamo trovare un equilibrio tra aspetto economico e sportivo, i club devono essere sostenibili. Oggi c’è grandissima differenza tra noi e la Premier, basti pensare che l’ultima classificata in Inghilterra prende, di diritti tv, quanto Inter, Milan e Juventus messe assieme. Dobbiamo lavorare per continuare a crescere, trovando un equilibrio tra ambizioni sportive ed esigenze finanziarie“.