Alessandro Bastoni, calciatore dell’Inter, ha raccontato diversi retroscena della sua carriera in un’intervista nel podcast di Andrea Ranocchia, Frog Talks. Il difensore ha parlato del suo arrivo in nerazzurro, della sua esperienza con Antonio Conte e del calore dei tifosi a San Siro.
Il calciatore dell’Inter ha esordito così: “Sia con Conte che con Inzaghi l’impostazione è sempre stata una delle mie caratteristiche fondamentali. Quando ero nelle giovanili dell’Atalanta ho allenato solo la tecnica. E ho anche imparato a non aver paura di impostare. Oggi ho la fortuna di avere vicino Calhanoglu che vuole avere la palla tra i piedi. Con lui c’è molto feeling, mi trovo bene al suo fianco. A volte sono quinto, a volte mezzala, a volte lui si abbassa in difesa e io divento play. Inzaghi ha trovato un grande gruppo. Tutti abbiamo l’obiettivo di fare bene, non esiste uno che si allena male”.
Bastoni ha poi continuato: “All’Inter sto bene è il quinto anno che sono qui. Quando sono arrivato avevo solo 19 anni. Amo questo mondo e amo giocare davanti a 75mila persone. Ad oggi mi sento a casa qua e non mi vedo altrove. Quando sono arrivato dall’Atalanta, ho vissuto solo tre settimane in nerazzurro e poi a Parma in prestito. Purtroppo ho avuto un brutto infortunio, mi ero rotto il menisco. I primi due anni ho continuato a sentire fastidio. Quando sono tornato a Milano ho trovato Conte e volevo andare via perchè avevano appena acquistato Godin, poi c’erano anche Skriniar e De Vrij. Lui ha insistito e sono rimasto. Era faticoso con Conte, ogni tanto lo ricordo con Barella”.
In seguito, ha parlato della mancata vittoria della Champions: “La cosa positiva è che ci siamo resi conto che possiamo stare ad alti livelli. Sarebbe bello poi vincere. Quando siamo arrivati in finale sembrava un sogno, a inizio stagione pensavamo che l’avremmo vista in tv. Abbiamo provato a giocarla, ma non siamo riusciti a vincere. Quest’anno ci riproviamo“.
Infine, Alessandro Bastoni ha concluso parlando della tifoseria: “Il pubblico è eccezionale, da quando sono qua non ho mai visto San Siro sotto i 70mila spettatori. Vedo anche gente di 85-90 anni che aspetta il pullman. Amo la passione che ci mettono mi fa dire ma chi me lo fa fare di andare via?“.