L’allenatore del Manchester City, Pep Guardiola, è ritornato in Italia e più precisamente a Cuneo in occasione di un evento organizzato dalla Fondazione Crc e dalla Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca, in collaborazione con la Guardiola Sala Foundation. Il campione d’Europa in carica ha risposto a domande di vario tipo da parte dei ragazzi: dal suo amore per l’Italia alla Juve, per poi concludere con la finale di Instanbul contro l’Inter.
L’allenatore spagnolo ha risposto alle domande davanti a più di 3.500 studenti. Il palazzetto dello sport di Cuneo è pieno zeppo di ragazzi che vogliono conoscere gli aspetti più profondi di un allenatore vincente come lui.
Tra le tante domande a lui rivolte, non possono mancare quelle che riguardano il nostro Paese: “Amo l’Italia, ci vengo spesso in vacanza e si mangia molto bene. Mi auguro che il Sassuolo vinca lo scudetto. Juve? Non mi ha mai cercato“.
Esprime anche la sua opinione sui social: “Il talento non si sviluppa a casa, sul letto, con Instagram. Oggi un calciatore crede di aver giocato bene, poi legge le critiche e va a casa scontento. Viceversa se pensa di aver giocato male e legge dei commenti positivi torna a casa felice. Nello spogliatoio ci ho provato a battagliare per i telefonini ma ho perso“.
La contrapposizione tra risultatisti e giochisti: “Ogni allenatore vuole vincere e pensa di farlo a modo suo. Ad esempio, Allegri lo fa in un modo e De Zerbi in un altro. La tattica non va separata dalla tecnica. Lavorare con buona gente ti porta al successo, ma tutto parte dalla passione e dalle ore di sacrifici che ti spingono ad andare avanti“.
Sui giocatori che ha allenato e con cui ha giocato: “Messi è il più forte di tutti e ti fa vincere. Haaland? Dagli una palla e ti farà gol. Julian Alvarez è un giocatore e una persona straordinaria. Il più forte con cui ho giocato? Baggio“.
Infine, conclude parlando del successo ottenuto ad Instanbul contro l’Inter: “La sconfitta rende tristi ma non dimentichiamo che Lukaku ha sbagliato da due metri. Arrivare in finale di Champions per me è un grande successo. Oggi ai ragazzi mettiamo tanta pressione ed è sbagliato. Loro devono fare quello che si sentono e andare avanti“.