Germania, Schweinsteiger: “Guardiola è la causa del nostro declino calcistico”
La stagione calcistica 2022/2023 ha evidenziato al mondo intero un drastico quanto oggettivo calo del movimento calcistico tedesco. In primo luogo la Nazionale teutonica ha nuovamente deluso ai Mondiali in Qatar dai quali è uscita anzitempo ai gironi, proprio come a Russia 2018. Neppure in Nations League ha brillato, terminando terza nel gruppo 3 della Lega A alle spalle di Italia e Ungheria.
In aggiunta, pure i club di Bundesliga hanno faticato in campo internazionale. Basti pensare che delle quattro squadre tedesche qualificate agli ottavi di Champions League, soltanto una – il Bayern Monaco – ha passato il turno, venendo poi strapazzata ai quarti dal Manchester City. Sembra distante anni luce la pur recente epoca segnata da un dominio di allenatori germanici. Interpellato sul tema del declino della Germania calcistica, Bastian Schweinsteiger ha espresso la sua opinione a riguardo durante un’intervista rilasciata a talkSPORT.
L’intervista di Schweinsteiger sul crollo della Germania
L’ex centrocampista di Bayern Monaco, Manchester United e Chicago Fire ha maturato un’idea chiara sull’argomento: secondo lui, la causa del declino del calcio tedesco non è altro che… Pep Guardiola. Ebbene sì, proprio l’unico allenatore al mondo in grado di vincere due triplete con due squadre diverse.
Questa la spiegazione del quinto calciatore più presente di sempre con la maglia della Nazionale tedesca: “Quando è arrivato in Germania, tutti hanno iniziato a giocare questo tipo di calcio, fatto di passaggi corti. Alla fine questo ha portato alla perdita dei nostri valori“.
Insomma, un’aspra critica nei confronti dello stile di gioco dell’allenatore spagnolo del Manchester City. Ma non solo, perché nel corso dell’intervista Schweinsteiger ha pure aggiunto: “Le altre squadre hanno sempre considerato la Germania una squadra combattiva, che correva fino alla fine. Abbiamo perso quella virtù negli ultimi sette o otto anni perché ce ne siamo semplicemente dimenticati. Eravamo più concentrati sul passare la palla magnificamente“.