Il Frosinone è una delle sorprese del nostro campionato. I giallazzurri, infatti, in questo momento sono lontani dalla zona retrocessione e nel corso di questa stagione hanno fatto qualche sgambetto alle grandi della Serie A. Sono tanti i profili che si sono messi in mostra. Uno di questi, sicuramente, è Soulé. A fare la differenza con parate importanti, poi, è stato anche il portiere Turati. Proprio l’estremo difensore del Frosinone, Stefano Turati, ha rilasciato un’intervista a “Sportweek” in cui parla di come la madre gli abbia impedito di smettere con il calcio.
Stefano Turati ha cominciato l’intervista a “Sportweek” parlando di come ha vissuto l’essere scartato a 13 anni dall’Inter: “A 13 anni io non volevo andare all’allenamento. Io volevo andare al parchetto insieme ai miei amici. Giocavo nell’Inter e per me era la vita. Mi hanno mandato via perché non ero pronto. In squadra ci stavano ragazzi più pronti di me“.
Il portiere del Frosinone ha raccontato che in quel momento non voleva più allenarsi: “Il fatto di essere stato mandato via l’ho vissuto come se fosse finito tutto. Per me non esistevano altre squadre con cui giocare a calcio. Nel periodo dei due tre mesi che precedevano il mio addio scappavo di casa. Dicevo che andavo all’allenamento ma andavo a fare altro“.
Turati ha concluso l’intervista raccontando di come la madre lo abbia scoperto e lo abbia quasi obbligato a continuare: “Mia madre mi aveva scoperto. Io mi aggrappavo alle scale per non andare all’allenamento. Lei mi prendeva di forza e mi metteva in macchina. Io cercavo di uscire ma lei si metteva sopra di me e mi diceva di non muovermi dalla macchina. Vi posso dire che l’unica persona che mi fa paura nella mia vita è mia madre. Quella scena lì mi ha traumatizzato“.