La seconda stagione di Arthur Cabral alla Fiorentina non sta andando affatto male. Arrivato a Firenze dal Basilea a gennaio 2022, l’attaccante brasiliano aveva faticato a imporsi all’interno della squadra di Vincenzo Italiano. Un periodo di naturale ambientamento, una concorrenza con Jovic che sembrava potergli chiudere la strada, poi l’exploit. In questa stagione, in 34 presenze ufficiali tra Serie A, Conference League e Coppa Italia, ha messo a segno 12 reti e servito 1 assist. Intervistato da La Nazione, il centravanti viola si è raccontato a tutto tondo. Di seguito, l’intervista all’attaccante della Fiorentina Arthur Cabral.
La Fiorentina di adesso, rispetto a quella di inizio campionato, sembra un’altra squadra: “Difficile dire se è cambiato qualcosa. Io lavoro ogni giorno al mio massimo per aiutare la squadra. Ora stiamo facendo meglio, con grandi partite. Ma non solo io, tutti siamo migliorati“. Parole al miele per l’allenatore Vincenzo Italiano: “E’ un grande allenatore, da quando sono qua ho imparato tanto con lui e voglio imparare di più perché conosce molto bene il calcio e può aiutarmi a crescere“.
La concorrenza con Luka Jovic si è fatta sentire: “E’ stato difficile, perché tutti i giocatori vogliono giocare ogni partita. Se sei un calciatore e non vuoi giocare, meglio fare altro. Ogni giorno vado al campo per lavorare duro e meritarmi di scendere in campo“.
Tra i due, però, è sbocciato un buon rapporto: “La rivalità la lasciamo al mister, sceglie lui chi deve giocare. Se lo fai lui non sono arrabbiato e viceversa, così abbiamo un rapporto normale, di grande rispetto. Non posso dire che sia il mio migliore amico, ma neppure il contrario. E’ un mio compagno“.
Il contratto è in scadenza nel 2026: “Mi vedo qua a lungo, anche se io penso sempre al prossimo allenamento, alla prossima partita. La mia testa funziona così. Sono concentrato su questo campionato perché si possa fare la storia di questa società“.
Se in semifinale di Conference la Fiorentina dovesse incontrare il Basilea: “A Basilea mi ricordano sempre e mi seguono anche qui. Quando hanno fatto il sorteggio, volevo subito giocare, prima dei polacchi, contro una squadra che sta nel mio cuore. Ho un figlio che abita lì, tanti amici. Spero, a questo punto, che potremo ritrovarci lì“.