Paulo Dybala è stato convocato a Roma dalla Guardia di Finanza. Un nuovo incontro, con degli agenti delle fiamme gialla che per ascoltarlo sono arrivati nella Capitale da Torino. Come riporta Repubblica, l’argentino è stato ascoltato martedì come persona informata sui fatti con l’incontro che è durato un’ora e mezza.
I due agenti della Guardia di Finanza volevano capire da Dybala alcuni aspetti emersi durante l’inchiesta “Prisma” sui conti della Juventus, accusata di falso in bilancio, aggiotaggio informativo e false comunicazioni al mercato. La maggior parte delle domande rivolte all’argentino, accompagnato dai legali del club giallorosso, ruotava intorno a 3 milioni di euro. Gli inquirenti vogliono capire se questa cifra sia stata pagata o meno dalla Juventus al suo ex numero 10.
Il tutto è riconducibile a una richiesta di risarcimento avanzata dal legale del calciatore nei confronti della Juventus nel maggio scorso, dopo la fine delle trattative tra club e giocatore per il rinnovo del contratto. A Dybala, a settembre 2022 quando era già a Roma, sarebbe arrivata una proposta di risarcimento per responsabilità precontrattuale da 3 milioni, che la Juventus ha inserito nel nuovo bilancio.
Ma la cifra ha insospettito i pm perché molto vicina ai 3.783 milioni che i bianconeri avevano accordato con Dybala di spalmare nel 2021. Questo rientrerebbe nell’operazione stipendi bis, con la quale la Juve aveva trovato l’accordo per posticipare il pagamento di alcuni stipendi del campionato 2020/21 al successivo.
Ascoltare martedì il ragazzo sarà servito a capire se dietro quel fondo rischio accantonato dalla Juventus ci siano degli accordi diversi. Un’altra “carta Ronaldo” per intenderci, nonostante l’inchiesta sia già chiusa: l’udienza preliminare è fissata per il 27 marzo.
La questione stipendi, però, non è importante solo per la Juventus ma anche per i calciatori. Infatti la Procura Federale ha già aperto un fascicolo e Dybala rischia grosso. L’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva vieta ai club di pattuire o corrispondere compensi in violazione delle norme federali e vieta anche ai calciatori di accordarsi per riceverne. La pena è una squalifica di almeno un mese. La Joya ha firmato degli accordi su moduli, quindi per la Procura potrebbe aver “pattuito” dei compensi fuori dalle regole. Da capire se il procuratore Chiné vorrà perseguire anche i calciatori o solo la Juventus.