Fiorentina, Dodo: “Prima dell’infortunio ero appena stato convocato dal Brasile”
Il curioso retroscena svelato dal giocatore della Fiorentina Dodo in merito al suo infortunio nella scorsa stagione.
Durante un’intervista rilasciata a La Repubblica, il giocatore della Fiorentina Dodo ha espresso entusiasmo per la nuova stagione con l’arrivo di Palladino come allenatore. Ha elogiato il tecnico definendolo “il top” e ha sottolineato quanto apprezzi il suo stile di gioco, che gli permette di avvicinarsi di più alla porta avversaria.
“Palladino è il top. Il modo in cui gioca mi piace: così posso stare più vicino alla porta ed è fantastico“, ha dichiarato il brasiliano.
Dodo ha anche raccontato il suo incredibile recupero dopo un grave infortunio al crociato, vantandosi di essere il primo calciatore al mondo a tornare in campo solo quattro mesi dopo la lesione, grazie al duro lavoro quotidiano e al mantenimento di un atteggiamento positivo.
“L’infortunio? Sono il primo calciatore al mondo a essere tornato in campo quattro mesi dopo essermi lesionato il crociato (ride ndr). Ho lavorato tanto per questo, tutti i giorni. E il sorriso mi ha aiutato”, ha spiegato il giocatore della Fiorentina.
La rivelazione di Dodo sull’infortunio con la Fiorentina
Quando gli è stato chiesto del suo sogno di giocare con la nazionale brasiliana, Dodo ha risposto che è un obiettivo costante. Ha rivelato che poco prima dell’infortunio era stato contattato dal ct brasiliano, il che rende ancora più doloroso il momento.
“Sempre, un sogno che vorrei realizzare. Ho fatto tutte le giovanili, mi manca solo la Seleção. E pensare che due giorni prima di quell’infortunio a Udine mi aveva chiamato il ct per dirmi che mi avrebbe convocato“, ha spiegato.
Le sue passioni
In tema di tatuaggi, Dodò ha ammesso di avere molti tatuaggi, inclusi Batman sul petto e vari personaggi della Marvel, ma il più significativo per lui rimane il volto di sua figlia: “Ho Batman su tutto il petto. Poi svariati personaggi della Marvel. Ma quello a cui sono più legato è il volto di mia figlia”.
Infine, ha parlato del suo procuratore, che lo segue dai tempi in cui aveva solo quattordici anni, ringraziandolo per il supporto e la sincerità, in un contesto spesso difficile per i giovani talenti brasiliani: “Il mio procuratore, con me fin da quando avevo quattordici anni. Lo è tuttora e lo ringrazio perché mi ha voluto bene. In Brasile escono tanti giocatori dalle favelas, i genitori non possono starci dietro, molti agenti se ne approfittano, vogliono arricchirsi. Lui no”.