Fantacalcio News

Juventus, Di Maria: “Mia figlia era quasi morta, ho imparato a soffrire”

L’attaccante della Juventus Angel Di Maria ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano argentino Olé, nella quale ha condiviso momenti toccanti della sua vita, passando per il Mondiale e la Copa America vinte con la sua Argentina. Di Maria si è soffermato anche su un momento particolare della sua vita: la nascita prematura della sua bambina e di quanto questo lo abbia rafforzato nella sua vita, aiutandolo ancor di più nei momenti difficili. Di seguito alcuni tratti del l’intervista.

Juventus, le parole di Di Maria

L’attaccante ha iniziato parlando del Mondiale: “Lo ricorderò per sempre. Era quello che volevamo di più. È impossibile dimenticare. Gli anni passeranno, ma lo vedo negli ex-giocatori argentini che hanno vinto la Coppa del Mondo e che adesso hanno 50 o 60 anni, e ne continuano a parlare e continuano a ricordare ogni momento vissuto. È impossibile dimenticare. È ovvio che uno ha già la testa puntata sul club, sugli obiettivi, ma il Mondiale ci sarà sempre”.


Era quello che sognavi di più?” gli chiede il giornalista Hernán Claus. “Molto di più. È qualcosa di unico, diciamo. Onestamente, tutto ciò che è venuto dopo aver alzato la Coppa, non lo immaginavamo. Immaginavo alzare la Coppa, baciarla, ma quello che abbiamo vissuto quando siamo arrivati ​​in Argentina, il giorno dopo con la gente. La strada per raggiungere l’Obelisco, penso che abbia superato tutto ciò che avrei potuto sognare un giorno”.

Doha (Qatar) 18/12/2022 – finale Mondiali di calcio Qatar 2022 / Argentina-Francia / foto Imago/Image Sport nella foto: Lionel Messi ONLY ITALY

Sulla parata di Martinez su Kolo Muani ha aggiunto: “L’ho vista solo per un po’, non ho visto quando l’ha parata o quando ha calciato. Pregavo in continuazione, sento un urlo e quando voglio guardare, vedo che la palla esce e rimbalza… Arriva il contropiede di Lautaro. Dopo l’ho vista nei video”.

E a proposito di Emiliano Martinez: “Lo adoro, lo adoro. Non so se supera i limiti. Lui è così. Ci sono persone che ti criticheranno per una cosa o per l’altra. Dibu è così, quello che ha fatto con il trofeo dei guanti, abbiamo riso con i ragazzi perché lui è così, non cambia, fa quello che sente in questo momento. Nello spogliatoio, la festa, tutto”.

Chiosa finale sulla sua vita privata e in particolare della figlia: “È solo quello, non c’è nient’altro. Mia figlia era quasi morta, era un 70/30. Ha continuato a combattere, ha combattuto e combattuto. Penso che queste cose rafforzino, ti facciano pensare. Mia figlia mi ha insegnato a combattere, a non mollare mai. Ricordiamo sempre la stessa cosa, ma grazie a Dio oggi sta meglio che mai. Andavamo tutti i giorni all’ospedale, quell’anno vincemmo la Copa del Rey, con una grande annata. Nasce mia figlia e una settimana dopo segno un gol sul campo dell’Atlético. Essere un padre e tornare a casa senza tua figlia è molto difficile”.

Published by
Redazione