Come giocherà il Venezia con Di Francesco
Moduli, interpreti e idee tattiche: ecco come potrebbe giocare il Venezia di Di Francesco al ritorno in Serie A dopo due stagioni
La ferita lasciata aperta dall’amara retrocessione alla guida del Frosinone non si è ancora rimarginata. Brucia e fa male, ma Eusebio Di Francesco è pronto per ripartire più forte di prima. A credere in lui il Venezia, promosso in Serie A dopo la vittoria dei playoff di Serie B contro la Cremonese, e il direttore Filippo Antonelli, che lo ha definito il condottiero ideale per l’obiettivo salvezza.
Certo, raccogliere l’eredità di un allenatore che in laguna si è fatto amare incondizionatamente come Paolo Vanoli non è mica un gioco da ragazzi, ma Di Francesco, come dimostrato nella passata stagione, con le sue idee propositive e votate al gioco in verticale ha non poche carte da giocarsi.
L’obiettivo non può che essere quello della salvezza. Non potrebbe essere altrimenti per una società che ambisce, a lungo andare, a piantare radici in Serie A, seguendo le orme di club come il Verona. Le intenzioni sono chiare, così come quelle del nuovo allenatore, che in conferenza stampa di presentazione ha anche lasciato trapelare qualche indizio utile a ipotizzare il Venezia che sarà.
Quel che è certo, però, è che gli arancioneroverdi, tornati in massima serie dopo due annate in B, potranno cercare di valorizzare tutto il talento a loro disposizione, con un tecnico che negli anni si è dimostrato abile a lavorare con i giovani. Soulé e Barrenechea per citarne alcuni. Ecco, dunque, come potrebbe giocare il Venezia di Eusebio Di Francesco nella prossima stagione di Serie A.
Modulo: due le alternative principali
Mercato permettendo, visto che potrebbe succedere di tutto da qui a fine agosto, come confermato dallo stesso Di Francesco, il Venezia dovrebbe scendere in campo, almeno inizialmente, con la difesa a tre. Il 3-4-2-1 usato a Frosinone l’ipotesi più accreditata con davanti sempre due o tre attaccanti. Il riferimento centrale sarà senza dubbio Pohjanpalo, al quale potranno essere affiancati due esterni agili a tutta fascia, ma allo stesso tempo tecnicamente validi per rientrare in mezzo al campo e lasciare spazio sulle corsie per i due laterali. Gytkjaer e il bomber finlandese, inoltre, potranno fare anche coppia lì davanti. L’hanno già fatto più di una volta e il tandem ha funzionato a meraviglia, soprattutto nel girone di ritorno.
Di Francesco pretende una squadra duttile, che abbia le capacità anche di schierarsi a quattro dietro in caso di necessità. Molto probabile in tal caso il 4-3-3, con gli esterni che saranno chiamati a un grande lavoro di spinta e di contenimento nelle due fasi di gioco. In mezzo al campo equilibrio e coraggio sono le parole chiave, con una difesa che dovrà fornire solidità all’intera formazione. Dunque, due possibili alternative, per una squadra mobile e pronta a non dare troppi punti di riferimento.
I pilastri della rosa del Venezia
La spina dorsale della squadra, che ha trasmesso certezze in Serie B, potrebbe essere leggermente trasformata dal mercato, lungo e insidioso come sempre. Tra i pali, però, Joronen dovrebbe essere confermato titolare. Potrebbe essergli affiancato un portiere più giovane e già pronto. In difesa Idzes si è distinto per intelligenza tattica e incisività alla sua prima stagione in Italia, così come Svoboda, centrale roccioso e fisicamente difficile da superare.
A centrocampo rimane l’interrogativo Tessmann. Busio, invece, ha i tempi d’inserimento giusti per colpire, Bjarkason la fantasia per incantare, qualora non dovesse subire troppo il salto di categoria. Candela corre come un pazzo sulla fascia bassa, mentre lì davanti Pohjanpalo e Gytkjaer non faranno le comparse. A maggior ragione il primo, autore di ben 22 reti e 4 assist in 33 presenze in Serie B… Un bottino mica male.