Didier Deschamps, dopo aver diramato la lista ufficiale dei convocati della Francia per il Mondiale del Qatar, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di tanti giocatori di Serie A. Da Rabiot a Giroud, passando per Theo Hernandez e Maignan: le sue parole.
SU GIROUD: “Sa quello che voglio da lui. La sua situazione è cambiata rispetto all’Europeo, ma ho fiducia in lui per ciò che fa in campo e fuori. I gol non sono stati determinanti, la decisione era presa da un po’. Penso che sia meglio per la Francia che sia con noi. Tutti vorrebbero essere titolari, ma il gruppo è più importante”.
SU MAIGNAN: “Purtroppo non poteva essere operativo in tempo, senza bruciare le tappe. A volte la maglia può pesare, ma ha avuto sfortuna con l’infortunio delicato al polpaccio. Da lunedì ho bisogno di giocatori pronti a focalizzarsi sul Mondiale”.
SU RABIOT: “Con noi si è già affermato da tempo ai massimi livelli. Non entro nel dibattito dei ruoli che ricopre in club o sui problemi della Juve. Adrien è un grande giocatore d’esperienza, di equilibrio, come ama considerarsi. Conto molto su di lui”.
SU THEO HERNANDEZ: “Si valutano troppo i terzini su assist e gol, ma restano comunque dei difensori. A Theo chiedo di fare quel che fa molto bene al Milan: ha ottime doti di cross e tiro, propende per l’attacco, va equilibrato con piccoli aggiustamenti, come fa con Pioli”.
SUL MOMENTO DELL’ITALIA: “Non si spiega, ma non per questo non avete meritato l’Europeo. Non mi metto nei panni di Mancini, ho già abbastanza problemi, ma è davvero triste che non ci sia l’Italia”.
SUL CASO POGBA: “Quella del marabutto è una bufala e Paul è vittima di un tentativo di estorsione. Il clima non è sereno, ma può far bene: in genere se i francesi si sentono troppo sicuri, falliscono. Anche se poi è meglio non esagerare…”.
SU MBAPPE E BENZEMA: “Kylian è già un grande giocatore, giovane che ha già vinto un Mondiale. So che vuole di più e mostrare d’essere il migliore: non si pone limiti. Karim non è più così giovane e magari pure per lui sarà l’ultima Coppa ma era già forte prima del Pallone d’oro, per i gol, gli assist e il gioco di squadra. Non è un caso che abbia definito il suo come il Pallone d’oro del popolo. Il trofeo lo mette in luce, ma se l’è meritato”.
SULLE FAVORITE PER LA VITTORIA DEL MONDIALE: “Le solite: Brasile, Argentina, Germania, Inghilterra, Spagna, ciascuna con traiettorie differenti, a volte ascendenti come per l’Olanda. Ma ormai dalle semifinali in poi, di sorprese se ne vedono sempre di meno”.