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Bologna, De Silvestri: “Il gol nasce da una marcatura preventiva. Thiago Motta? Un predestinato”

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CREDIT FOTO: ROSITO

Il terzino del Bologna Lorenzo De Silvestri, fresco di gol vittoria siglato contro il Frosinone alla 9ª giornata di campionato, ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport“. Il difensore ex Torino ha toccato tanti temi, dal suo allenatore Thiago Motta al rapporto con la squadra, fino ad arrivare all’affetto che lo legava a Sinisa Mihajilovic.

De Silvestri
Il difensore del Bologna Lorenzo De Silvestri

L’intervista di De Silvestri del Bologna

Il difensore italiano 35enne ha iniziato parlando del legame che ha con i suoi compagni di squadra, nato dai tempi di Mihajilovic: “Con la squadra? Ci lega un profondo rapporto umano, fatto di comunicazione. Io mi batto molto su questo aspetto, per me è fondamentale. Si tratta di piccoli gesti, come il trovarsi poco prima della palestra. Fa parte della filosofia del Bologna, che nasce dal periodo buio affrontato con Sinisa. Nessuno viene meno alle difficoltà. Chi ha affrontato quei tempi è diventato più adulto, ha qualcosa addosso. E può usare quel qualcosa per aiutare gli altri”.

mihajlovic

De Silvestri ha poi parlato del suo allenatore Thiago Motta: “Il mister gioca più sulle posizioni che sui ruoli? È vero. È importante la posizione iniziale che hai, ma ancora di più quella che vai ad occupare andando a cercare gli spazi giusti. Una volta fare il terzino voleva dire stare lì; ora fai l’interno di centrocampo, il centrale di difesa. Bisogna essere predisposti a interpretare cose nuove e diverse. Motta il nuovo Special? Lui guarda sempre avanti, in tutto quello che fa. Se gli dai qualcosa, lui restituisce tutto. E ha capito che questo gruppo vuole dargli tanto. Per me sì, è un predestinato.

Thiago Motta Bologna
CREDIT FOTO: ROSITO

Il terzino ha chiuso parlando del suo gol e di un possibile importante traguardo rossoblù: Il mio gol? Nasce da una marcatura preventiva che volevo fare sul rilancio di Turati. Poi ho visto che il pallone mi stava arrivando preciso sulla testa e ci ho provato. Vedere tutto lo stadio esultare, mia moglie, i miei cari in tribuna, è stata un’emozione. Non mi ero reso conto di ciò che avevo fatto, tant’è che Bonifazi mi ha detto subito di andare a riguardare il gol per capire. Capitano? Giusto che lo sia chi lo merita, anche se più giovane, così matura meglio. Cento presenze? Vediamo, resto con i piedi per terra e procedo un passo alla volta”.