È un calciomercato dominato sempre più dall’oriente, quello che stiamo vivendo in questa sessione. Sempre più giocatori, nelle fasi finali della loro carriera ma non solo, scelgono di andare a giocare in Arabia Saudita, in una lega che sta diventando man mano sempre più competitiva. Alcuni penseranno le scelte dipendano dalle valanghe di soldi offerti dagli emiri, altri da ambizioni personali. Uno che, invece, ha le idee molto chiare è Cristiano Ronaldo. Il fenomeno portoghese, che ha aperto la strada per i vari trasferimenti di top player europei nel mondo arabo con il passaggio all’Al-Nassr a gennaio, ha rilasciato un’intervista motivando le scelte dei giocatori che decidono di approdare nel mondo musulmano.
Cristiano Ronaldo ha dedicato la propria intervista al movimento arabo, con il massimo campionato che, dal suo arrivo, ha aumentato l’audience e il livello delle squadre. L’ex Juventus ha innanzitutto buttato una frecciatina alla Serie A, dichiarando: “La Serie A, quando sono arrivato, era un campionato morto e poi si è ringiovanito. Dove va Cristiano c’è più interesse: è successo anche in Arabia, mi sento al 100% il pioniere e sono sicuro che presto verranno altri campioni”.
Dopodiché, il portoghese si è soffermato su un possibile ritorno nel calcio europeo, chiudendo però tutte le porte a questa ipotesi: “L’Europa è una porta completamente chiusa, ho 38 anni e mezzo. Credo che l’Europa abbia perso molta qualità. L’unico campionato che per me resta di livello superiore a tutti gli altri è la Premier. La Liga non è forte come una volta, idem la Bundesliga“, ha affermato con sicurezza.
Infine, il 38enne ha anche fatto un paragone con un altro campionato molto in voga negli ultimi anni, quello americano scelto da Messi: “Sono certo che la Saudi Pro League sia molto meglio della MLS. Questo torneo sarà molto competitivo. Ho detto che lo sarebbe diventato in tre anni, ma se continua di questo passo già nei prossimi mesi supererà facilmente il campionato turco e quello olandese”.
Parole che, dette da un personaggio con un’influenza come la sua, fanno ancor più rumore. Quella di Ronaldo sembra quasi una provocazione alle varie federazione europee, che in qualche modo risponderanno prima o poi.