Italia, Conte o Spalletti? Le differenze come possibili Ct
Conte o Spalletti, Spalletti o Conte: sono questi i due nomi in pole per sostituire il dimissionario Mancini sulla panchina della Nazionale Italiana. Due filosofie di gioco differenti, due atteggiamenti simili: con l’obiettivo di un calcio funzionale. Quali sono le differenze tra i due allenatori?
Italia, le differenze tra Conte e Spalletti
Partiamo dai punti in comune prima: l’atteggiamento e la fase difensiva. Conte e Spalletti hanno un’idea di calcio in testa ben precisa, ma hanno l’accortezza per adeguarla e renderla funzionale alla squadra che allenano. Ma soprattutto la capacità di plasmare i giocatori. Due esempi? Salah alla Roma, che da esterno rapido si è trasformato grazie a Spalletti in un attaccante goleador, e Marchisio alla Juventus diventato una delle mezzali più forti in Europa dopo la “cura Conte”. Per quanto riguarda la fase difensiva, entrambi gli allenatori curano molto il recupero immediato della palla con il pressing alto. Qualora venisse superato dall’avversario, la squadra si compatta per evitare passaggi tra le linee.
Ma passiamo alla differenze. La prima: il modulo. Conte è diventato un perfezionista della difesa a 3 nel corso della sua carriera. 3-5-2 con laterali e mezzali fondamentali sia in fase difensiva ma soprattutto in fase offensiva. Spalletti, invece, predilige la difesa a quattro con il 4-3-3 come sistema di partenza che (a seconda delle situazioni) si trasforma in un 4-2-3-1.
Nell’idea Conte i tre difensori hanno il compito di impostare assieme al mediano ma sono gli esterni a fare la differenza. Per il pugliese è importante che non siano troppo difensivi ma abbiano qualità nell’uno contro uno. Per questo motivo predilige giocatori che sono nati come ali d’attacco (Pepe alla Juventus, Moses al Chelsea, Perisic all’Inter e al Tottenham).
Secondo Spalletti la costruzione dal basso è fondamentale, con il mediano in aiuto ai due centrali difensivi e i terzini che si alzano sulla linea del regista di centrocampo per offrire più soluzioni. All’ex allenatore del Napoli piace poi creare due triangoli (terzino-mezzala-ala) in modo da creare superiorità. Il segreto? L’intercambiabilità dei giocatori: tutti infatti sanno andare sul fondo e mettere un traversone pericoloso o puntare l’avversario, ma anche tagliare verso il centro del campo palla al piede e servire il compagno libero.
Italia, quali calciatori gioverebbero dall’arrivo di Conte o Spalletti
Passando ai giocatori, entrambi gli allenatori avrebbero dei “pupilli” da convocare, influenzati anche dalle precedenti esperienze. Di Lorenzo e Politano, per esempio sarebbero due dei giocatori da cui ripartirebbe l’allenatore toscano, mentre Barella e Darmian per il salentino. Passando al centravanti, tema centrale del mandato Mancini, Scamacca rappresenterebbe il profilo ideale per il gioco di Conte.
Spalletti, invece, punterebbe su Chiesa come esterno largo a sinistra, in grado di creare superiorità numerica saltando l’uomo e accentrandosi. Al momento, però, sono solo ipotesi.