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Napoli, la cura Conte per gli esterni: da Hazard e Son a Kvaratskhelia

Napoli, la cura Conte per gli esterni: da Hazard e Son a Kvaratskhelia

Conte (Agency) e Kvaratskhelia (Image), Napoli

Il futuro di Kvaratskhelia è sulla bocca di tutti e i tifosi del Napoli si chiedono se il gioco di Conte sarà il suo salvatore o lo condannerà

Con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina del Napoli non ci è voluto molto prima che si sollevassero i primi dubbi su modulo e stile di gioco.

I tifosi sono preoccupati per il loro pupillo georgiano e se, dal canto loro, gli trasmettono tutto l’affetto possibile proprio nei giorni in cui si studia la formula del rinnovo contrattuale, dalla sua terra natia il consiglio è di lasciare al più presto la barca azzurra.

Lo stile tattico di Conte fatica a mettere tutti d’accordo, la paura di molti è che i rigidi schemi del neo allenatore possano tarpare le ali ai giocatori più fantasiosi, motivo per cui Kvara potrebbe essere l’indiziato principale a risentirne.

A difendere l’allenatore italiano è la sua stessa carriera dal momento che un’analisi approfondita del suo passato e degli schemi tattici utilizzati dimostrerebbe come queste preoccupazioni siano solo luoghi comuni. Conte ha già avuto a che fare con giocatori dall’altissimo estro creativo e i risultati sembrano dargli ragione.

Hazard, Son e Kulusevski: qualità e fantasia al servizio di Conte

Due nomi altisonanti e uno in divenire, sono loro i nostri metri di paragone con il gioco di Kvaratskhelia. Nelle sue esperienze inglesi Conte ha dimostrato di sapersi adattare alle esigenze della squadra e del campionato passando dal suo solito 3-5-2 ad un 3-4-3 più spropositato e offensivo. Arrivato al Chelsea nella stagione 16/17 ha portato i Blues in vetta alla classifica e a trionfare nella FA Cup nella stagione successiva. Il suo pupillo in quell’esperienza è stato proprio Eden Hazard, in grado di collezionare 17 gol e 7 assist in 47 presenze tra tutte le competizioni. Il belga ha poi dichiarato all’Obi One Podcast, trasmissione gestita dal suo ex compagno di squadra Obi Mikel, di aver odiato gli allenamenti di Conte riconoscendogli però di essere stato l’allenatore che ha saputo trarre il meglio da lui.

Dopo la parentesi all’Inter il ritorno in Premier ha sancito una stagione senza trofei ma con due prestazioni individuali importantissime fornite da Son e Kulusevski. L’attaccante coreano era già sulla bocca di tutti da prima del suo arrivo, ma grazie al gioco dell’allenatore made in Italy ha saputo valorizzarsi ancora di più raggiungendo quota 24 gol e 8 assist in 45 presenze: una delle sue migliori stagioni dall’arrivo agli Spurs. Sul versante opposto ha trovato un Kulusevski debilitato dall’inizio di stagione deludente in Serie A. Lo svedese in forza alla Juventus si era fermato a 1 gol e 3 assist in 20 presenze italiane. La cura Conte ha rimesso in sesto l’esterno assicurandogli 5 gol e 8 assist nelle ultime 18 gare di Premier, numeri ben migliori in un campionato ben diverso.

Napoli, la cura Conte per gli esterni: da Hazard e Son a Kvaratskhelia
Heung-min Son, Tottenham (Image)

La cura Conte riabilita i creativi

I numeri non mentono e se una delle voci più diffuse riguarda la rigidità con cui Conte ingabbia la personalità dei giocatori, il passato sembra dimostrare l’esatto opposto. Nelle sue esperienze di 3-4-3 le fasce sono state la principale fonte del successo: sia per i singoli, sia per le vittorie della squadra. Alla luce di questi dati potrebbe essere un po’ affrettato consigliare l’esodo a Kvaratskhelia ancora prima delle prove tattiche del ritiro di Dimaro (in programma dall’11 al 21 luglio).

I presupposti sono dei migliori e se il Napoli dovesse riuscire a confermare lo scheletro portante della squadra campione d’Italia potremmo vedere una squadra ultra competitiva. Se dovesse restare in divisa azzurra, per la prossima stagione il nostro consiglio è di puntare su Kvara al Fanta come se fosse il top di due anni fa, la scorsa annata è stata una parentesi infelice, ma le qualità del giocatore non si discutono. Due indizi non fanno una prova, Hazard e Son sono giocatori diversi da Khvicha e starà a lui sapersi valorizzare: non si può dire, però, che il gioco di Conte andrà a penalizzarlo.