Italia, Comuzzo: “Voglio imparare da Bastoni e Calafiori, essere qui è un sogno”
Italia, la conferenza stampa di Pietro Comuzzo: convocato da Luciano Spalletti in vista dei prossimi impegni con Belgio e Francia
Il più giovane dei 23 convocati è Pietro Comuzzo, difensore centrale della Fiorentina nonché vera intuizione di Raffaele Palladino in questo inizio di campionato.
Il paragone enorme con una leggenda del campionato italiano come Pietro Vierchowod, non ha distratto il giocatore, men che meno il ct della nazionale, Luciano Spalletti. Nelle parole dell’allenatore ex Napoli si può evincere che la convocazione del classe 2005 non sia un caso o un esperimento.
Le partite da titolare in stagione sono il manifesto di una scelta ponderata e tattica di Palladino, una soluzione eterogenea ma funzionale se pensiamo al compagno di reparto Luca Ranieri. La coppia inedita che funziona è sintomo di duttilità, una caratteristica apprezzata da Luciano Spalletti.
A seguire le prime parole di Pietro Comuzzo in conferenza stampa.
Le prime parole di Comuzzo in conferenza stampa
il difensore ha esordito: “Quando un bambino inizia a giocare a calcio e guarda la Nazionale in tv, il sogno è quello. Entrare a Coverciano è la realizzazione di un sogno. Sono molto riservato, non ho fatto feste, ne ho parlato con la mia famiglia e abbiamo festeggiato tra di noi“.
Ha parlato del momento che sta vivendo: “Mi sento a mio agio nel duello, nella marcatura, è quello che mi esalta di più. Non voglio pormi limiti, voglio migliorare nella costruzione e nella gestione della palla. Voglio imparare da calciatori come Bastoni e Calafiori. Dopo aver esordito, a gennaio, ho capito di poter rimanere in prima squadra, se ho raggiunto la Serie A lo devo anche a mia madre, se sono qui è soprattutto per lei“.
Italia, Comuzzo “Il mio idolo è Chiellini, l’inno di Mameli è il più bello del mondo”
Il difensore ha proseguito dicendo: “Sicuramente la concentrazione è una mia grande qualità, per come sono stato educato è una cosa molto importante per me. Quando si va in campo è la testa a fare la differenza, soprattutto nel nostro ruolo. Il nostro inno è il più bello del mondo, cantarlo in campo è la cosa più bella che si possa immaginare. Si dice che arrivare in alto sia la cosa più facile e che sia restarci la cosa difficile, mio padre mi dice sempre di restare con i piedi per terra e costruire basi solide per restare qui“.
Ha concluso poi parlando di: “Mi sono arrivati moltissimi messaggi dopo la convocazione, ho sentito diversi allenatori che ho avuto in passato e li ringrazio tutti, ognuno mi ha dato qualcosa per arrivare fin qui. La maglia dell’esordio me la terrò io, la condividerò con la mia famiglia. Sono stato già qui più volte, ma rispondere alla chiamata della Nazionale è un emozione molto più grande. Ho salutato e ringraziato il mister, faremo di tutto per fare bene. Vorrei affrontare la Francia dovendo scegliere, perché è in Italia, a San Siro“.