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Chiellini: “Futuro? Tornerò a Torino. L’avversario più complicato è stato…”

Giorgio Chiellini ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in vista della sua ultima partita con la maglia dell’Italia. Mercoledì 1 giugno, infatti, il capitano saluterà l’Azzurro in occasione della cosiddetta Finalissima, la sfida tra i vincitori dell’Europeo e i vincitori della Copa America, l’Argentina.

“Quando ho saputo di Italia-Argentina a Wembley ho pensato che fosse un regalo del destino. Un’ultima opportunità, la passerella finale contro Messi” ha dichiarato Chiellini, che nelle scorse settimane ha salutato anche la Juventus dopo 17 stagioni. Il difensore proseguirà la sua carriera negli Stati Uniti.

L’intervista di Chiellini tra ritiro e futuro

Eppure Chiellini sembrava vicino a salutare già da tempo. L’infortunio al crociato subito all’inizio della stagione 2019/2020 aveva messo in difficoltà il difensore: “A dicembre 2020 un pensierino lo avevo fatto. Mi dicevo: “Arrivo all’Europeo e poi smetto”. L’emozione del trionfo invece mi ha dato la spinta giusta per provare ad arrivare fino al Mondiale”.

L’addio al grande calcio arriva al momento giusto, ancora all’apice delle proprie capacità: “Non mi sentivo così bene da prima dell’infortunio, però penso che sia il momento giusto, perché il crollo arriva in un attimo”. Chi rimpiazzerà Chiellini in Nazionale? Giorgio ha indicato il suo erede: “Alessandro (Bastoni, ndr) è mancino come me e sta diventando sempre più forte a livello internazionale”.

Insieme a Buffon, Bazagli e Bonucci, Chiellini ha costruito una delle difese più forti dello scorso decennio. Adesso in bianconero resterà solo Bonucci, che erediterà anche la fascia capitano della Juve e della Nazionale: “Siamo stati bravi a completarci, ognuno di noi ha beneficiato della presenza altrui in campo e fuori”.

Dai compagni migliori all’avversario più complicato, Chiellini non ha dubbi: “Suarez mi ha sempre fatto impazzire, in campo ma anche di piacere. Affrontarlo è stimolante, ha una malizia e una scaltrezza non comuni, devi inventarti sempre qualche escamotage per fermarlo”.

E il futuro? “Mi piacerebbe fare un’esperienza più leggera, anche di vita. Fare il dirigente è molto impegnativo, bisogna prepararsi e studiare. Torino ormai è casa per la mia famiglia, torneremo sicuramente a vivere qui”.

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Redazione