Decisioni più accurate, maggior equità e giustizia ma anche un ulteriore livello di trasparenza: sono solo alcune delle ragioni per cui il VAR si può considerare una rivoluzione in ambito calcistico. In maniera analoga all’introduzione del Video Assistant Referee, anche l’utilizzo sempre più frequente delle VPN ha rappresentato un significativo miglioramento la sicurezza di utenti e addetti ai lavori.
Sia VAR che una VPN per l’Italia, insomma, hanno lo scopo di migliorare l’esperienza complessiva e di garantire un ambiente più sicuro e a prova di errore nei rispettivi ambiti. Entrambe le tecnologie hanno dimostrato concretamente di essere alleati preziosi nei rispettivi contesti. Ma in che modo la VAR, in particolare, può essere migliorata attraverso i nuovi strumenti? Secondo Gianpaolo Calvarese, noto ex arbitro di Serie A, la strada giusta è quella dell’aggiornamento continuo: soltanto dispositivi sempre nuovi potranno garantire un meccanismo all’avanguardia, in grado di gestire al meglio le sfide sul rettangolo di gioco.
La gestione arbitrale dopo l’introduzione del VAR è cambiata. A rivelarlo è lo stesso ex fischietto abruzzese, che sottolinea come siano necessarie le giuste competenze per approcciarsi con questa tecnologia: “Per una vita siamo stati abituati ad arbitrare consapevoli dell’effetto immediato delle nostre decisioni, mentre con il VAR l’ottica viene completamente ribaltata. Si è arrivati ad alcune situazioni in cui bisogna ritardare il fischio: non è più l’arbitro da solo al centro, ma tutto quello che gli gira attorno. Anche il modo in cui ci si prepara a una partita è completamente diverso”.
Per l’arbitro, insomma, a mutare è anche l’esperienza di campo a tutto tondo: “Nel VAR è tutto asettico, sei da solo con l’operatore, le cuffie e parli solo con l’arbitro: per quello serve una preparazione tecnica, dove il contatto è con le immagini sullo schermo e parte dalla conoscenza dello strumento tecnologico, con l’esperienza di campo a supportare la scelta, anche se la decisione è dettata soltanto da ciò che evidenzia la tecnologia”. Per tutti questi motivi non si può prescindere da un’efficace formazione degli arbitri, che insieme ad una progressiva uniformità nell’applicazione del VAR deve fare in modo di ridurre al minimo l’errore umano.
C’è ancora tanta strada da fare per migliorare ulteriormente il sistema VAR e minimizzare qualsiasi polemica. Secondo Calvarese, il futuro passa attraverso il progresso degli strumenti. L’ex fischietto apre a due possibili innovazioni: “Ci saranno sicuramente dei passi avanti tecnologici: il palmare sull’orologio dell’arbitro per rivedere l’azione direttamente in campo per ridurre i tempi di decisione, oppure usando la realtà aumentata da proiettare al centro del terreno di gioco”.
Un’altra ipotesi è quella di microfonare gli arbitri, come sperimentato in occasione di Qatar 2022. “Durante gli ultimi Mondiali si è provato ad ascoltare la voce dell’arbitro, facendo ascoltare a tutto lo stadio la sua decisione. Tutto quello che fa spettacolo e rende visibile e credibile il prodotto calcio deve essere messo in primo piano. Un modo in più per rendere appetibile il prodotto, senza dimenticare che non bisogna bypassare delle regole sacrosante, come l’opportunità da parte del giudice di prendere in totale autonomia le sue decisioni, che non possono essere influenzate dalla pubblicazione di contenuti riservati”.