Danilo: “Col Brasile gioco in un nuovo ruolo rispetto alla Juventus”
Danilo, oltre ad essere il capitano della Juventus, attualmente indossa anche la fascia del Brasile in queste partite per la sosta delle Nazionali. Il difensore brasiliano ha parlato nella conferenza stampa in vista della prossima partita contro l’Inghilterra a Wembley. L’ex Manchester City ha trattato vari argomenti e non solo calcistici
Brasile, la conferenza stampa di Danilo
Il terzino della Juventus si è inizialmente espresso sul suo Brasile e sull’importanza di indossare la fascia da capitano: “È un onore condividere lo spogliatoio con la nuova generazione che è qui con la voglia di entrare nella storia del Brasile. Nella mia prima esperienza mi sentivo a Disneyland, dove mi giravo vedevo stelle: Lúcio, Ronaldinho, Júlio César. Sono già capitano della Juventus e può sembrare normale esserlo anche del Brasile, ma se penso alla mia infanzia e da dove sono partito mi sembra surreale. È un sogno per me, ho sempre amato essere a contatto e dialogare con i miei compagni. Alla Juventus, di solito scegliamo la palla perché abbiamo già una giocata studiata, vogliamo fare un pallone alto nell’area avversaria. Questo dà un impatto immediato sulla partita. Chiedo sempre anche al portiere, perché può esserci sole da un lato o dall’altro”.
Successivamente ha continuato con delle riflessioni sulle recenti difficoltà della Selecao e sui possibili rimedi: “Quando si indossa questa maglia si percepisce il peso e la responsabilità. Dobbiamo tenere vivo lo spirito giovane che ci differenzia dagli altri, per la troppa pressione tendiamo a dimenticare le nostre origini. Ruolo diverso nel Brasile? Alla Juventus gioco in una linea a tre, ma gioco da terzino fin dal Manchester City quindi sono abituato. Mi cambia poco”.
Infine ha concluso con un pensiero su Dani Alves e Robinho: “È importante che io mi esprima su questo argomento. La violenza sessuale è uno specchio della nostra società, non solo del calcio. Dobbiamo comprendere il nostro ruolo e capire che non siamo solo calciatori, ma siamo un esempio di comportamento soprattutto per i più giovani. Molte donne vivono con preoccupazioni che noi uomini non possiamo nemmeno immaginare, l’altro giorno una donna mi ha confidato che cambia marciapiede se vede un camion fermo parcheggiato davanti a lei. Dobbiamo metterci nei loro panni e attraverso il dialogo fare in modo di migliorare questa situazione. Questo è solamente un primo passo che possiamo fare”.