Il difensore centrale del Lecce Federico Baschirotto ha rilasciato una conferenza stampa al sito ufficiale della società salentina. Di fronte ai microfoni dei giornalisti, il classe ’96 ha trattato varie tematiche tra cui la squalifica scontata la scorsa giornata nella gara contro l’Inter. Tra i passaggi più salienti trova spazio anche un accenno al sogno di vestire la maglia della Nazionale italiana di calcio. Di seguito tutte le dichiarazioni del calciatore giallorosso.
Innanzitutto Baschirotto è intervenuto sulla gara il Lecce ha giocato contro l’Inter che non lo ha visto disponobile per squalifica: “Una partita difficile in cui l’Inter ha ben giocato mettendoci in difficoltà, ma siamo già pronti a riscattarci contro il Torino”.
Poi un’analisi sulla sua crescita personale da inizio stagione: “Non mi sento un assente di lusso perché credo che qualsiasi compagno mi sostituisca dia il massimo per la maglia. Come tutti, io servo al collettivo per raggiungere l’obiettivo fissato a inizio anno”.
Tra poco il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, diramerà l’elenco dei convocati per i prossimi impegni dell’Italia. Incalzato sul tema, il difensore ha dichiarato: “Non ci penso. Come dice il mio procuratore «la Nazionale è come l’amore, arriva quando non ci pensi», perciò resto focalizzato partita dopo partita a far bene col Lecce. Attendo a braccia aperte ciò che mi riserva il futuro”.
A dimostrazione dell’ottimo rendimento del ragazzo nel torneo in corso, Baschirotto rientra tra i cinque candidati a vincere il premio come miglior giocatore della Serie A del mese di febbraio. A tal proposito l’ex Pisa commenta: “Sarebbe bello ricevere un tale riconoscimento, ma io lavoro più sul collettivo che su me stesso. Quando la squadra fa bene, certamente emerge la qualità del singolo, ma il mio focus è sugli obiettivi del Lecce”.
In qualità di leader dello spogliatoio, un consiglio da trasmettere ai compagni per spronarli dopo la doppia sconfitta contro Sassuolo e Inter: “Quel che è fatto è fatto, tanto vale guardare avanti e soprattutto dentro noi stessi. Non si diventa scarsi dopo una sconfitta, non si è forti dopo una vittoria“.
Infine il rammarico di non aver potuto prendere parte da protagonista al match di San Siro: “Mi è pianto il cuore perché tenevo a giocare davanti a 80mila persone per la prima volta in questo stadio. Sono sogni che metti nel cassetto da piccolo e fai di tutto per tirar fuori, quindi ammetto che ci sono rimasto male. Spero di avere altre occasioni di giocare a San Siro“.