Il calcio moderno, ormai, ha perso gran parte del romanticismo che lo caratterizzava fino ai primi anni del 2000. Giocatori legati a un singolo club anni e anni, che facevano di tutto pur di essere presenti in campo e che davano il 110% ogni singolo istante. Sono davvero pochi i casi che possono essere ricondotti a quel mondo lì, ma uno in particolare ha un nome e cognome molto conosciuti: Ronald Araujo. Il difensore del Barcellona, uno dei quattro capitani della squadra catalana, è l’esempio perfetto della Garra charrua uruguagia tanto osannata in questi tempi. E a dimostrarlo, oltre al suo recente passato in blaugrana, è l’ultimo episodio che lo ha visto rinunciare a un’operazione al viso dopo una frattura alla mascella, pur di aiutare il resto della squadra. Araujo, quindi, indosserà una maschera per la prossima sfida in programma del Barcellona.
Il numero 4 è uno dei veri e propri leader dello spogliatoio del Barca in questa stagione, che vede la banda di Xavi attualmente al 3° posto a -4 punti dalla testa della classifica, dove coabitano Real Madrid e il sorprendente Girona. Spesso il difensore ha fatto vedere di non temere alcunché in campo, proseguendo il trend dei classici giocatori uruguagi, spietati all’interno del rettangolo di gioco e totalmente conformi alle regole nella vita di tutti i giorni.
Nell’ultima sfida di campionato contro l’Atletico Madrid, il classe ’99 ha visto compromettere la sua partita già nel primo tempo a causa di una frattura alla mascella. Nemmeno questo, però, lo ha fermato, in quanto il difensore è rimasto in campo per l’intera gara, aiutando la squadra a portare a casa 3 punti pesantissimi per la corsa al titolo.
Per una frattura del genere al giocatore è stata consigliata un’operazione chirurgica prima di rientrare regolarmente in campo. Lui, però, non ne ha voluto sapere, e ha deciso di utilizzare una maschera piuttosto particolare pur di tornare a disposizione sin da subito. Non la classica mascherina che copre la parte superiore del viso (quella indossata da Osimhen, per intenderci), ma una che copre tutta la faccia. Qualcosa di mai visto prima negli ambienti calcistici, ma che costituisce l’immagine di un vero e proprio guerriero, disposto a tutto pur di dar una mano alla propria squadra.