Al termine della sfida contro il Sassuolo, Umberto Marino, direttore generale dell’Atalanta, ha rilasciato un’intervista in cui ha analizzato la prestazione della squadra bergamasca. Dopo la sconfitta in Coppa Italia contro l’Inter, che ne ha precluso il passaggio in semifinale della stessa competizione, i nerazzurri non sono riusciti a vincere nemmeno contro il Sassuolo. La formazione allenata da Dionisi ha ottenuto i 3 punti grazie a un gran gol di Laurienté. Per il francese si tratta del quarto gol in campionato in 15 presenze. (tutte le interviste post-partita degli allenatori).
Sassuolo e Atalanta sono due squadre che storicamente, per filosofia di gioco, non rinunciano mai alla qualità del palleggio e al voler dominare la partita. Proprio per questo la sfida tra Gasperini e Dionisi è sempre ricca di spunti interessanti. Per la Dea però, la partita è stata senza dubbio viziata dall’espulsione di Mæhle alla mezz’ora del primo tempo. Sul finale di gara, l’Atalanta ha finito addirittura la partita in 9 uomini a causa del cartellino rosso rimediato anche da Muriel. (leggi qui l’analisi degli assist).
In apertura d’intervista, Marino ha parlato della decisioni arbitrali discutibili: “Non è più calcio se controlliamo e ricontrolliamo al video sempre episodi. Mi sembra di ritornare alla stagione passata quando per 12-13 errori arbitrali ci siamo giocati l’Europa. Poi scattando il nervosismo è normale che si gioca male. Gara troppo spezzettata, troppi gialli, così non si gioca più a calcio”.
Marino ha proseguito: “Abbiamo preferito che parlasse la società piuttosto che Gasperini anche perché in questo momento scatta molto rabbia. Vogliamo evitare ciò che è accaduto la scorsa stagione. Cosa si potrebbe fare per cambiare queste situazioni? Credo che Rocchi stia facendo un grande lavoro, ma ci sta la giornata negativa, l’importante che non siano questi errori in continuità“.
Il direttore generale dell’Atalanta chiosa sottolinenando la differenza tra il calcio italiano e quello degli altri campionati europei: “Il calcio è anche dinamicità e fisicità, se togliamo queste componenti perdiamo tanto anche nei confronti degli altri campionati europei. In Italia siamo troppo fiscali“.