La stagione di club si è appena conclusa, ma per Francesco Acerbi non è ancora arrivato il momento di riposare. Il difensore dell’Inter, impegnato nella finale di Champions League persa contro il Manchester City, è uno dei convocati di Roberto Mancini per gli impegni dell’Italia. La Nazionale dovrà infatti sfidare la Spagna nelle semifinali di Nations League: la sfida andrà in scena giovedì 15 giugno alle ore 20:45. Acerbi è solo uno dei giocatori che interverranno in conferenza stampa in questi giorni per presentare la partita.
SULLA FINALE DI CHAMPIONS – “Bisogna essere orgogliosi di quanto fatto, però c’è un po’ di amarezza. Se non alzi il trofeo non c’è nulla scritto e questo un po’ ti rode. Ci è mancata la consapevolezza di poter far male a questo City. Si parlava troppo di quanto era forte e questo un po’ inconsciamente l’abbiamo pagato. Anche loro ci temevano. Cosa ho imparato? Perdere non è un fallimento ma un insegnamento. Bisogna avere la consapevolezza di potersela giocare con tutti. Questa è l’unica strada che ti permette di andare avanti”.
SUL CALCIO ITALIANO – “È un anno importante per l’Italia, poi non so se sarà l’inizio di qualcosa. Il campionato inglese è il più forte in questo momento, ma noi abbiamo tanti giocatori forti e tanti giovani che possono giocare, a dimostrazione che il calcio italiano è ancora di ottimo livello. Anche in Nazionale bisogna risollevarsi, sappiamo il nostro valore e ciò che vogliamo fare”.
SU BERLUSCONI – “Faccio grandi condoglianze a tutta la sua famiglia. È stato un uomo brillante, sempre col sorriso, un luminare, grande imprenditore. Un punto di riferimento e la notizia della sua scomparsa mi ha colpito, dispiace davvero tanto”.
SULLA SPAGNA – “C’è rispetto ma non paura. Sappiamo i loro punti di forza, i punti deboli. È una gara che si prepara da sola”.
SU HAALAND – “È diventato il doppio rispetto al giocatore che ho affrontato tre anni fa contro il Dortmund. È un grandissimo attaccante, ma abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra per fermarlo”.
SUGLI OBIETTIVI FUTURI – “Il mio obiettivo unico è che quando finirò di giocare a calcio potrò dire di aver dato tutto per ciò che rappresento io. Non so dove sarà tra un anno, tra sei giorni o tra due settimane. La strada più giusta sarà quella migliore per me stesso, poi a fine carriera tirerò una linea”.
SUL MONDIALE IN QATAR – “È stato un duro colpo. Eravamo campioni d’Europa, la mancata qualificazione è stata colpa nostra. Ma ora ci sono partite importanti: vogliamo vincere la Nations League”.