È davvero penalizzante giocare in 10 vs 11? Ecco quanto incide un cartellino rosso in Serie A
Si dice che nel calcio contemporaneo sia difficile reggere un cartellino rosso rispetto al passato, ma è davvero così? Scopriamolo in questo articolo
La Serie A è ormai giunta all’ottava giornata. Finora, il campionato ha riservato diverse sorprese, con risultati inattesi e prestazioni sorprendenti da parte di alcune squadre. Oltre alle emozioni sul campo, non sono mancati episodi controversi, soprattutto legati all’assegnazione di cartellini rossi che hanno spesso avuto un impatto decisivo sui match.
Negli ultimi tempi si è sollevata una questione importante: è davvero più difficile reggere un’espulsione nel calcio contemporaneo rispetto al passato? L’evoluzione del gioco, con ritmi più elevati e un pressing costante, potrebbe aver reso più complessa la gestione dell’inferiorità numerica. Ma è realmente così? Per rispondere a questa domanda, abbiamo analizzato alcune delle partite in cui i cartellini rossi hanno giocato un ruolo chiave.
Nelle prime 74 partite della Serie A 2024/2025 si sono già verificate 18 espulsioni: 11 per cartellino rosso diretto e 7 per doppio cartellino giallo. Partendo dalle più recenti dell’8ª giornata, in Juventus-Lazio gli ospiti – in 10 per circa 70 minuti per l’espulsione di Romagnoli – non sono riusciti a conservare il pareggio iniziale, subendo nel finale la rete del decisivo 1-0. Al contrario, in Milan-Udinese, passati in vantaggio in 11 vs 11, i rossoneri hanno retto sull’1-0 fino al termine della partita nonostante l’uomo in meno (Reijnders).
Nel turno precedente, in Fiorentina-Milan i rossoneri hanno perso 2-1, ma l’espulsione di Theo Hernandez è avvenuta soltanto a fine gara, dunque ininfluente sul risultato. Idem per Juventus-Cagliari dove Conceicao ha lasciato il campo sull’1-1 già acquisito e confermato. Condizionamento pesante, invece, quello causato dal rosso estratto sullo 0-0 a Maripan in Inter 3-2 Torino.
Le partite di Serie A con un cartellino rosso
Hanno causato una perdita di punti alla propria squadra da situazioni di vittoria/pareggio rese sconfitte i cartellini rossi di: Suslov (da 1-1 a 3-2 in Como-Verona), Lucumi (da 1-0 a 1-1 in Bologna-Atalanta), Dawidowicz (da 1-1 a 2-3 in Verona-Torino).
Ininfluenti, invece, quelli estratti a: Pongracic (inalterato l’1-1 di Parma-Fiorentina), Dorgu (inalterato l’1-0 del Lecce sul Cagliari), Nicolussi Caviglia (espulso sul 4-0 in Milan-Venezia) e Bartesaghi (giunta sul 3-0 in Milan-Lecce). Rischiosa quella di Kamara che ha rimesso in partita gli avversari dopo il doppio vantaggio della sua squadra, ma l’esito della partita è rimasto lo stesso (Udinese 2-1 Lazio).
Infine merita un paragrafo a parte il Parma che, con 4 calciatori espulsi nelle prime 7 partite, si rivela la squadra più penalizzata dai cartellini rossi. Nella sfida contro il Bologna della 7ª giornata, i gialloblù sono riusciti a mantenere lo 0-0 nonostante l’espulsione di Coulibaly al 52′, dimostrando una notevole resilienza; al contrario, quando Keita ha lasciato i compagni in 10 contro l’Udinese (4° turno), il momentaneo 2-2 si è trasformato in sconfitta per 3-2.
Risultato addirittura ribaltato alla 3ª quando il Napoli ha approfittato dell’espulsione di Suzuki per passare dallo 0-1 al 2-1; caso diverso, invece, quello del rosso a Cancellieri a Lecce perché se è vero che i parmensi hanno segnato due reti e ottenuto un pareggio insperato, è altrettanto vero che la rimonta si è verificata dopo l’espulsione di Guilbert, dunque in 10 vs 10.
Reggere nonostante un’espulsione: la verità
Ora possiamo rispondere al quesito su coloro che sostengono che nel calcio contemporaneo sia diventato più difficile reggere un’espulsione. L’analisi delle recenti gare di Serie A dimostra che, in molte circostanze, un cartellino rosso non condiziona più di tanto l’esito di una partita. Entrando più nel dettaglio, su un campione di 18 espulsioni, escludendo quella assegnata dopo il fischio finale di Fiorentina 2-1 Milan, sono 8 i cartellini rossi che hanno impattato negativamente sull’esito della partita per la squadra rimasta in inferiorità numerica. In 7 casi invece il cartellino rosso non ha alterato il punteggio o, quando l’ha fatto, non ha tolto punti alla squadra rimasta in 10.
Seppur basata su un numero relativamente basso di partite, quest’analisi testimonia che nel calcio contemporaneo non è elevatissima come si potrebbe pensare l’incidenza di un cartellino rosso sul risultato di una partita di Serie A. Questo dimostra una spiccata preparazione degli allenatori operanti in Italia in quest’epoca che si adattano in modo veloce, intelligente e spesso funzionale all’andamento episodico di tanti incontri.