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Man United, il proprietario attacca i giocatori: “Strapagati e non all’altezza”. Nel mirino anche due ex Serie A

Il Manchester United sta vivendo una delle stagioni più deludenti della sua storia recente, tra risultati deludenti e stipendi da pagare

Jim Ratcliffe, co-proprietario del Manchester United. Fonte: Screen

Il Manchester United sta vivendo una delle stagioni più difficili della sua storia recente, tra risultati deludenti e stipendi da pagare.

Dopo un mercato dispendioso e una serie di cambi in panchina, la squadra si trova in una posizione di classifica impensabile a inizio anno. Con soli 34 punti in 28 giornate di Premier League, i Red Devils sono lontani dalla zona Europa e il progetto sembra ormai essersi arenato.

L’arrivo di Ruben Amorim non ha dato la svolta sperata e la squadra continua a mostrare limiti strutturali evidenti. Nonostante la qualificazione agli ottavi di Europa League, la situazione resta critica.
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Sir Jim Ratcliffe, co-proprietario del club e volto della nuova gestione.

In un’intervista rilasciata a BBC Sport, il patron della INEOS ha puntato il dito contro le scelte della precedente dirigenza, accusando la squadra di essere composta da giocatori “sopravvalutati e strapagati”. Un attacco diretto, che non ha risparmiato nessuno e che ha fatto rumore tra tifosi e addetti ai lavori.

“Capisco la frustrazione dei tifosi, perché il Man United non è dove dovrebbe essere, ha dichiarato Ratcliffe. Ci si aspetta che lottiamo per la Premier League e per la Champions, ma prima dobbiamo sistemare gli errori del passato.

Un mercato da dimenticare

Ratcliffe non ha usato giri di parole, mettendo nel mirino gli investimenti fatti negli ultimi anni. Tra i principali responsabilità del fallimento attuale, secondo il co-proprietario, ci sono diversi nomi pesanti, giocatori acquistati con investimenti milionari che non hanno ripagato la fiducia della società. L’analisi dell’imprenditore inglese è netta: lo United è ancora prigioniero delle scelte del passato e sta pagando a caro prezzo errori di valutazione che si sono susseguiti nel tempo, accumulando una rosa ricca di elementi non all’altezza del progetto.

“Se guardiamo agli acquisti fatti di recente, ci rendiamo conto di quanto ancora paghiamo per errori del passato. Stiamo acquistando Sancho, Antony, Casemiro, Onana, Højlund… ma sono giocatori già qui, che rappresentano un’eredità ingombrante.

Ha affermato Ratcliffe, sottolineando come la società si trova a dover gestire stipendi elevati e contratti onerosi che limitano la possibilità di tendere il futuro con maggiore libertà. Anche le operazioni in uscita non hanno aiutato: alcuni giocatori, come Sancho e Antony, sono stati ceduti in prestito, rispettivamente a Chelsea e Betis, ma il club continua a coprire parte del loro ingaggio, una situazione che, quindi, complica ulteriormente il lavoro di ricostruzione.

Il Manchester United sta vivendo una delle stagioni più deludenti della sua storia recente, tra risultati deludenti e stipendi da pagare
Joshua Zirkzee, attaccante del Manchester United (imago)

Gli ex Serie A sotto accusa

Tra i giocatori citati da Ratcliffe, spiccano due ex protagonisti e gioielli del campionato italiano: André Onana e Rasmus Højlund. Il portiere camerunese, arrivato dall’Inter per oltre 50 milioni nell’estate del 2023, non ha rispettato le aspettative, incappando in numerosi errori. Anche l’attaccante danese, pagato 74 milioni all’Atalanta, arrivato ad agosto dello stesso anno ha avuto difficoltà ad ambientarsi.

Oltre a loro, anche Casemiro (70 milioni), Sancho (85 milioni) e Antony (95 milioni) sono finiti nel mirino di Ratcliffe per il loro scarso rendimento. Come detto in precedenza con lo United che continua a pagare ingaggi pesanti, la strada per una rifondazione sembra ancora lunga. Il messaggio di Jim Ratcliffe è chiaro: per tornare ai vertici servirà tempo. La nuova proprietà vuole costruire un Manchester United sostenibile e competitivo, ma dovrà prima liberarsi dei pesanti contratti “ereditati” dalla vecchia gestione. Nel frattempo, la squadra è chiamata a salvare la faccia in Europa League, in attesa di un’estate che si preannuncia ricca di cambiamenti. La rivoluzione, seppur interna, è già iniziata, ma il percorso è ancora lungo.