La stagione di Felipe Anderson è stata caratterizzata da grandi partite ma anche da momenti di appannamento come quello che sta vivendo nell’ultimo periodo. Da essere un titolare fisso, Sarri, nelle ultime giornate, spesso gli ha preferito Zaccagni. Al fantacalcio, il numero 7 biancoceleste, è diventato un rebus.
L’ex West Ham era partito molte bene con tre gol nelle prime 8 giornate, confermando quelle che erano le aspettative dei fantallenatori. Dalla partita di andata contro l’Inter, però, non è più riuscito a segnare e in generale a brillare. Quasi come se tutte quelle polemiche dopo il gol contro i nerazzurri (la Lazio aveva continuato a giocare nonostante Di Marco fosse a terra), avessero portato via la spensieratezza e leggerezza con la quale da sempre Felipe Anderson gioca. A salvare le sue prestazioni, almeno in parte, gli assist, che non sono mancati neanche nell’ultimo periodo (6 in totale).
La sensazione è che mentre fino a qualche settimana fa Zaccagni rimaneva il primo cambio di Sarri, adesso non è più così e c’è un vero e proprio ballottaggio tra l’ex Verona e Felipe Anderson, i due più importanti acquisti del mercato estivo. Zaccagni ha fatto molto bene nelle ultime uscite, e Felipe Anderson deve tornare a convincere se vuole mantenere il posto da titolare.
I fantallenatori che avevano puntato sul brasiliano ora sono giustamente preoccupati per la situazione in divenire. Il problema principale non riguarda però la sua titolarità. Felipe Anderson infatti può risultare decisivo anche a partita in corso, in alcuni casi può essere addirittura un fattore positivo per le sue caratteristiche tecniche. Che giochi da titolare o no, il voto lo prende sempre. Il problema riguarda principalmente le prestazioni e i bonus che scarseggiano.
In questo momento scambiarlo è molto difficile. La sua valutazione è ai minimi storici e potete ottenere ben poco. Se non lo avete in rosa diventa, al contrario, un’occasione. E’ il momento giusto per provare a prenderlo come jolly. Felipe Anderson può tornare ad accendersi all’improvviso, magari già dal match contro il Bologna.
A cura di Andrea Ajello