La vittoria della Juventus contro l’Empoli per 2-3 è stata nel segno dei tre attaccanti attualmente a disposizione di Allegri, data l’assenza di Dybala. Messa da parte l’imprescindibilità di Dusan Vlahovic nell’attacco bianconero, parliamo dei suoi due attuali alfieri: Moise Kean e Alvaro Morata.
Nella prima metà di stagione, nonostante i 5 gol messi a segno, Alvaro Morata stava soffrendo non poco la solitudine in cui versava da prima punta. Non avendo il peso specifico per far salire la squadra con continuità, preferendo il gioco a campo aperto, sprecava energie nel combattere con i difensori avversari, arrivando spesso annebbiato davanti alla porta.
Il nuovo ruolo largo a sinistra lo ha liberato di tutte queste pressioni, riscoprendolo anche ottimo incursore in fase di ripiegamento. Sta mostrando un’attitudine al sacrificio che da tempo non si vedeva da parte dello spagnolo. Il fiuto del gol non è stato ancora ritrovato, ma le sue prestazioni sono decisamente migliorate dall’arrivo di Vlahovic. È stabilmente uno dei migliori in campo tra i bianconeri nell’ultimo mese, giocando per gli altri fornendo bellissimi assist, come quello contro l’Empoli o il Verona.
Da qui a fine stagione si prevedono più assist che gol per lo spagnolo, il cui feeling con Vlahovic sembra perfetto dalle prime uscite.
Se la Juventus dovesse continuare il suo percorso in Champions League, il ruolo di Moise Kean diverrebbe fondamentale per le rotazioni bianconere. Le tante partite che attendono i bianconeri nel mese di marzo, obbligheranno Allegri a far rifiatare i suoi attaccanti, in particolare se Dybala non dovesse tornare subito al 100%.
Kean finora ha mostrato il meglio di se giocando dal primo minuto, mentre subentrando non ha mai inciso sulle partite. Dei quattro gol in campionato infatti, tre sono stati segnati da titolare. Un dato su cui Allegri potrebbe far affidamento in campionato, lasciando il posto a Vlahovic e Morata in Champions.
I problemi in fase offensiva della Juventus sembrano un lontano ricordo. Perciò il consiglio è di schierarli entrambi se titolari, in particolare come spiegato nel caso di Kean. Lo spagnolo invece sembra avere nelle corde più qualità per spaccare le partite anche subentrando dalla panchina, ma raramente lo vedremo partire da bordo campo nel proseguo della stagione.
A cura di Eduardo Magarelli