FantaEuropeo, i consigli per Spagna-Inghilterra: chi schierare, il migliore e il peggiore
Tutti i consigli per il FantaEuropeo sulla finale di Euro 2024 Spagna-Inghilterra. Quali calciatori schierare, il top e il flop
Sale l’attesa per l’ultimo atto degli Europei di Germania del 2024 che si disputerà all’Olympiastadion di Berlino a partire dalle ore 21:00 di domenica 14 luglio.
A contendersi la 17esima edizione del campionato europeo di calcio per nazionali sono la Spagna e l’Inghilterra, giunte in finale attraverso due percorsi parecchio diversi. La Roja punta a staccare i tedeschi diventando il primo Paese con 4 titoli nell’albo d’oro della competizione, mentre i Three Lions cercano ancora il 1° della propria storia.
Se da una parte i numeri premiamo gli iberici come selezione più prolifica del torneo (13 gol), dall’altra gli anglosassoni hanno raggiunto l’incontro conclusivo a fronte di tre pareggi e altrettante vittorie di misura, due delle quali ottenute ribaltando uno svantaggio iniziale.
Insomma, sembra assicurato uno spettacolo che riserverà spazio a emozioni senza dubbio contrastanti. Per noi amanti del fantacalcio, non bisogna dimenticare l’importanza della partita ai fini del FantaEuropeo per il quale anche nel caso di Spagna-Inghilterra vi proponiamo i consueti consigli su quali calciatori schierare, chi potrebbe rivelarsi il top e chi il flop del match.
Consigli FantaEuropeo su Spagna-Inghilterra: 4 calciatori da schierare
DANI OLMO (SPAGNA): reduce da 3 gol e 2 assist nelle precedenti 4 partite, sarebbe illogico escludere dai prescelti un calciatore col piede così caldo. Il periodo di brillantezza avviato contro l’Albania nella formazione delle seconde linee spagnole ha preso il largo nella fase a eliminazione diretta, soprattutto in coincidenza dell’infortunio di Pedri.
DANIEL CARVAJAL (SPAGNA): scontata la squalifica in semifinale, riprende la maglia da titolare al posto di Jesus Navas. Due le motivazioni che hanno portato alla sua scelta: 1. per ragioni di carattere tattico ci si attendono tante scorribande visto che sulla sua stessa corsia dovrebbe giocare il destrorso Trippier, disabituato ad attaccare prendendo la linea di fondo campo; 2. il vizietto del gol negli appuntamenti pesanti assunto nell’annata 23/24 (semifinale di Supercopa, finale di Champions League, 4 totali in Liga).
HARRY KANE (INGHILTERRA): ha vinto la Scarpa d’Oro grazie alle 36 reti segnate alla prima annata in Bundesliga; ne ha realizzate altre 8 in Champions League (come lui solo Mbappé), ma il problema resta lo stesso di tutta la carriera: 0 trofei. Il titolo di capocannoniere del torneo è lì a un passo, tanto dipenderà dal faccia a faccia con Olmo, ma sicuramente l’urugano darà il massimo (anche da rigorista) per alzare la prima coppa della sua carriera.
DECLAN RICE (INGHILTERRA): alternando un nome più banale a uno meno scontato, optiamo per il box-to-box che ha disputato un campionato europeo di maturità senza troppa appariscenza. 100% del minutaggio, 93% di precisione passaggi, quasi 75 km percorsi (media di 12 a partita), 6 tiri, 1 assist e solo 5 falli commessi. Soltanto un palo gli ha finora impedito la gioia del gol che cercherà ancora con conclusioni dalla medio-lunga distanza.
Il migliore e il peggiore della partita
RODRI (SPAGNA): candidato alla vittoria del Pallone d’Oro al pari di Vinicius Junior e Jude Bellingham secondo i bookmakers, il cervello del Manchester City non sbaglia una partita da parecchio. Calciatore di livello superiore alla media, ha già dimostrato in finale di Champions League di avere in canna il colpo da 90 per determinare le nottate più adrenaliniche. È abbastanza probabile che se la Spagna sforni una prestazione collettiva sublime, gli vadano riconosciuti numerosi meriti.
AYMERIC LAPORTE (SPAGNA): sempre piuttosto qualitativo nella distribuzione dei palloni in fase di possesso, non spicca per picchi di velocità quando serve rincorrere all’indietro. Il Foden visto in semifinale, che graviterà nella sua zona di competenza, potrebbe attrarlo fuori dal primo terzo di campo e poi attaccarlo alle spalle. Pressoché inesistente in fase offensiva, nel complesso sembra il meno convincente di un sistema difensivo consolidato dai dettami di Luis De La Fuente.